Intervista a Paolo Mellucci

Intervista a Paolo Mellucci

Il presidente di CON.TE.A. è stato intervistato da Global Press Italia dove è stato possibile presentare il Consorzio del Teatro Amatoriale e dei prossimi progetti che stiamo mettendo in campo.

L’intervista, di cui riportiamo uno stralcio, potete leggerla qui.

D: Paolo Mellucci,  Presidente e fondatore di CON.TE.A.   Ci spieghi meglio?
R: Consorzio Teatro Amatoriale

D: E quali sono gli scopi che si prefigge il consorzio?
R: Sono molto semplici: l’intento è quello di fare rete nell’ambito del teatro amatoriale. All’interno di CON.TE.A., infatti, ci sono già 15 compagnie, l’iscrizione è del tutto gratuita, quindi non come UILT o FITA, che peraltro hanno altre finalità e danno dei servizi che noi non diamo. Abbiamo creato CON.TE.A., per poter avere voce con gli enti istituzionali, perchè l’unione fa il teatro: unirsi insieme significa andare in un teatro e contrattare il prezzo di favore, a fronte di una stagione completa che viene assicurata dalle 15 compagnie amatoriali. L’altro è un sogno, quello della creazione della casa del teatro amatoriale, ovverosia un luogo dove le compagnie amatoriali possano ritrovarsi, fare le prove, e addirittura realizzare le loro scene, sempre sotto l’egida che è rappresentata dalla passione, quella passione che ci spinge, senza alcun intento economico, a differenza delle compagnie professionali: viaggiamo su due linee parallele, ma tutti facciamo teatro, anche se con scopi e finalità diverse. Le compagnie professionali hanno scelto di farlo per lavoro, noi abbiamo scelto di farlo per passione. Questo non  significa che l’impegno e la qualità del prodotto sono diversi, rispetto a una compagnia composta di soli professionisti. Parlo di compagnie amatoriali – mi si passi il termine – con la A maiuscola,  di livello “professionale”, appunto, dove gravitano attori con un’esperienza anche trentennale,  ma dove possono fare esperienza anche i giovani attori che escono dalle accademie di recitazione e che poi hanno bisogno di calcare il palcoscenico. Voglio ribadire che il concetto di “amatorialità” non deve essere scambiato con “scarsezza” o “incompetenza”! Io faccio teatro da 40 anni e non si può dire che non conosca la materia.

D: Vogliamo scendere in qualche dettaglio pratico?
Oggi un teatro medio-piccolo costa dai 300 ai 500 euro al giorno. Le compagnie amatoriali che non hanno sovvenzioni di nessun tipo, non hanno aiuti, nè sponsor, spesso, quando debbono fare i conti, rischiano di registrare molta perdita e poco profitto!  Anche perchè i costi sono grosso modo gli stessi (teatro, Siae, scenografie), con la differenza che una produzione strutturata può godere di sovvenzioni e contributi. Noi, invece, siamo costretti a spingere per portare a teatro più gente possibile, per coprire i costi e magari avere un piccolissimo rimborso spese.
Possiamo dire che CON.TE.A. per il secondo anno consecutivo ha allestito una stagione teatrale, composta da 15 compagnie (a volte anche con scambio di attori); ci siamo appoggiati a un teatro di periferia, un teatro parrocchiale, il San Vigilio, che sta in Via Paolo Di Dono, vicino ai Granai, ma è un teatro che ci ha permesso di avere dei costi molto bassi, per poter intraprendere questa avventura. Nessuna delle istituzioni (Regione, Provincia, Comune) segue più il teatro amatoriale, con le sue necessità, e che invece, risulta essere il volano, il motore della cultura, in una grande città: favorendo spesso il primo approccio del pubblico con il palcoscenico, perchè magari va a vedere il cugino, il collega, l’amico. Una realtà in certi casi ghettizzata o derisa dai professionisti, che a volte non ci vedono di buon occhio, in quanto pensano erroneamente che noi togliamo il pubblico a loro; invece, è esattamente il contrario, siamo noi che spesso e volentieri avviciniamo per la prima volta il pubblico al teatro.
Ma se non succede nulla, noi rischiamo di morire: abbiamo bisogno di attenzione da parte delle istituzioni: attraverso UILT e FITA, abbiamo fatto un censimento e sono circa 25.000 le persone che nel Lazio fanno teatro amatoriale. Pertanto, credo che la Regione e i vari comuni del Lazio e di tutta Italia, devono capire che noi non vogliamo soldi, ma solo avere la possibilità di farci la nostre due commedie annuali, ad esempio, individuando uno spazio a Roma, da dedicare esclusivamente alle compagnie amatoriali, per realizzare una stagione di qualità, anche senza fine di lucro.
E’ giusto avere attenzione per le compagnie professionali (quelle che meritano!), ma bisogna avere attenzione anche per il mondo amatoriale. Oggi, anche nei grandi teatri, capita di assistere a tanti one-man-show (per intuitive ragioni di costi); bene: noi intendiamo il teatro come fatto corale, collettivo. Noi siamo in grado di farlo.  Aiutateci, allora, a trovare uno spazio, dove possiamo andare in scena. La precedente legge regionale sullo spettacolo dal vivo aveva creato un albo delle compagnie amatoriali, alle quali avrebbero elargito dei contributi a pioggia. Solo 25 compagnie da tutto il Lazio si sono iscritte all’albo: un fallimento, e perchè? La norma prevedeva che chi si iscrive all’albo, non può partecipare ad altri tipi di bandi, e così le compagnie che hanno aderito sono rimaste trincerate all’interno… e la cosa non funziona più.
Ricordiamo ancora che le grandi compagnie vanno in scena nei grandi teatri, che hanno già un loro pubblico. Noi, invece, ce lo dobbiamo “portare da casa”!!!!!!!

D: Un invito finale?
www.contea.org:  contattarci significa fare una stagione teatrale a costo zero.!

Per la trasparenza che ci contraddistingue, teniamo a precisare che l’iscrizione a CON.TE.A è gratuita.  Chiediamo alle compagnie un contributo di 35€ l’anno per le spese di hosting del sito, la gestione dei social e le spese vive di organizzazione delle rassegne (caparra per il teatro, realizzazione e stampa di materiale pubblicitario, etc.)

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